Ventiquattro organizzazioni internazionali per la libertà dei media e la libertà di espressione chiedono l’immediato ritiro del disegno di legge su “disinformazione e notizie false” presentato in Turchia in parlamento il 27 maggio dal Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP) e il Partito del movimento nazionalista (MHP).
La nuova legge, un ulteriore bavaglio turco voluto dal presidente Recepn Tayyip Erdogan che intanto si erge a paladino della pace ponendosi come mediatore nel conflitto russo – ucraino, prevede fino a tre anni di reclusione per coloro che sono ritenuti colpevoli di pubblicare “informazioni che generino paura o panico, mettano a rischio la sicurezza interna o esterna del Paese e l’ordine pubblico e la salute generale della società”.
La proposta, in cui la definizione di disinformazione è lasciata alquanto vaga, mette milioni di utenti internet turchi a rischio di azioni repressive per aver pubblicato notizie sulle quali il governo non è d’accordo.
“Nelle mani della magistratura turca altamente politicizzata, la legge diventerebbe un altro strumento per molestare giornalisti e attivisti e potrebbe causare un’autocensura generalizzata su Internet” scrivono le 23 organizzazioni tra cui Articolo 21 – .Il disegno di legge aumenterebbe anche del 50% le pene nel caso di informazioni pubblicate da account anonimi, se le sentenze fossero di colpevolezza Ciò mina gravemente l’anonimato su Internet e intimidisce ulteriormente coloro che desiderano pubblicare prove di corruzione e illeciti, ma temono le conseguenze dell’essere identificati pubblicamente”.
L’alleanza di governo sostiene che il disegno di legge è in linea con le norme sui servizi digitali dell’Unione europea e il regolamento generale sulla protezione dei dati, tuttavia non esistono disposizioni di questo tipo in nessuna di queste leggi.
La legge colpirebbe anche i siti di notizie determinando il ritiro dell’accredito stampa ufficiale e anche precludere l’accesso ai fondi pubblicitari pubblici attraverso l’agenzia ufficiale di pubblicità sulla stampa.
In pratica ciò consentirà al governo di finanziare solo siti di informazione filo-governativi, escludendo dai finanziamenti i media critici che si ritiene abbiano violato la legge sulla disinformazione.
Nella fase di redazione del testo, secondo quanto riferito, il governo ha organizzato una consultazione con le piattaforme digitali internazionali, ma non ha tenuto alcun incontro con rappresentanti dei media, editori, associazioni o sindacati di giornalisti, nonostante siano i più colpiti dalla nuova legislazione.
Il progetto di legge è attualmente all’esame del Parlamento. Tuttavia, il ruolo del parlamento è stato così pesantemente minato dal sistema presidenziale che il testo sarà approvato senza un adeguato controllo o dibattito in pochi giorni.
“La disinformazione è una questione importante e deve essere combattuta, ma non al prezzo di limitare i diritti dei giornalisti e la libertà di espressione del pubblico. Qualsiasi iniziativa di questo tipo dovrebbe essere sviluppata in stretta consultazione con i rappresentanti dei media e le altre parti interessate e includere garanzie sufficienti per la libertà di parola e il giornalismo indipendente. Una legge come quella che si sta per approvare in Turchia legittimerà l’abuso da parte del governo nell’imporre una censura arbitraria. Pertanto, invitiamo tutti i parlamentari turchi che credono nel processo parlamentare e nel libero flusso di idee e informazioni, quali elementi centrali per una società democratica, a votare contro questo disegno di legge” concludono le organizzazioni firmatarie del documento che riportiamo di seguito.
Istituto Internazionale della stampa (IPI)
ARTICOLO 19
Articolo 21
Associazione dei giornalisti europei
Comitato per la tutela dei giornalisti
PEN English
Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF)
Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ)
IFEX
Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ)
Associazione di media e studi legali (MLSA)
Associazione per la ricerca sui media (MEDAR)
OBC Transeuropa (OBCT)
PEN America
PEN Internazionale
PEN Norvegia
Piattaforma per il giornalismo indipendente (P24)
Reporter senza frontiere (RSF)
Organizzazione dei media dell’Europa sudorientale (SEEMO)
PEN Svezia
La Coalizione per le donne nel giornalismo (CFWIJ)
Turchia Progetto di sostegno al contenzioso sui diritti umani
PEN Danimarca
Associazione mondiale degli editori di notizie (WAN-IFRA)